Le ragioni del SI contro il nucleare

Data di pubblicazione: 
Sunday 05 June 2011
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Una centrale nucleareCome spesso accade in TV, i tempi veloci dei programmi non consentono al dibattito di chiarire punti importanti o affermazioni inesatte, che purtroppo restano non contraddette. Pippo Onufrio di Greenpeace ha cercato di fornire dati e informazioni, ma il tempo concesso a lui è stato troppo poco. Ieri in Anno Zero, il responsabile dei Giovani PdL ha sostenuto: "Lo tsunami che ha colpito Fukushima è stato un evento eccezionale che in Italia non può accadere".  Santoro non ha obiettato. In verità, lo tsunami dell'11 marzo è stato di 14 metri, contro una barriera protettiva della centrale atomica di 5,4 metri, mentre lo tsunami che ha distrutto Messina e Reggio nel 1908 è stato di 13 metri. Purtroppo la gente va in TV e parla a vanvera.

Successivamente è stato presentato un cartello - dichiarato comunque "di parte" - che asserisce la tesi che l'energia nucleare è più economica delle altre fonti. Eppure gli 8 studi internazionali più autorevoli e indipendenti, tra cui quello del MIT e di Moody's, dimostrano il contrario: il chilowattora atomico è più alto del 20-30%, anche dell'eolico. Pippo Onufrio lo ha detto, ma con poco tempo a disposizione.

Persino la fonte nuclearista dell'agenzia nucleare dell'OCSE, NEA, non è riuscita a dimostrare la convenienza del nucleare agli attuali costi del capitale. Se poi i furbetti mostrano quanto costa l'energia prodotta oggi da centrali vecchie di 40 anni e già ammortizzate è ovvio che costa relativamente poco. Inoltre, le centrali di 40 anni fa costavano di meno perché non avevano i sistemi di sicurezza obbligatori che invece sono richiesti oggi e che rendono il nucleare l'energia in assoluto più costosa.

Franco Battaglia, al suo secondo intervento come "esperto di nucleare" in Anno Zero - in realtà è un Chimico - ha più volte sostenuto la tesi che "importiamo una enorme quantità di energia nucleare dalla Francia", tanto che "abbiamo pagato noi le loro centrali". Falso. Basta leggere i dati ufficiali nazionali dell'Agenzia (governativa) per l'Elettricità e il Gas, tra l'altro arrivati a casa dei romani con la bolletta dello scorso settembre: "Energia elettrica immessa nella rete nazionale anno 2010... Energia nucleare importata dall'estero = 1,2%"

Questa è la verità. Basta leggere i dati. Paradossalmente, l'energia elettrica che importiamo è per lo più da fonti rinnovabili, anche per la questione dei "certificati verdi".
Franco Battagli ha poi insistito sul "picco invernale dei consumi alle 7 di sera", come se noi in Italia dovessimo fornire 54 GW da fotovoltaico.
Ribattere alla sua osservazione era molto semplice, ma nel caos televisivo nessuno ha potuto rispondere.

Oggi abbiamo una potenza installata di oltre 75 GW, ben superiore al fabbisogno di picco.
L'Italia, dal 2002 (Governo Berlusconi) ha investito sul gas metano così oggi sono quasi ultimate altri 5 GW di centrali e altri 15 GW sono al completamento autorizzativo. Già così c'è un eccesso di disponibilità elettrica.
Dopo la scoperta dei giacimenti di metano non convenzionali, un patrimonio immenso diffuso nel pianeta, il metano è oggi la fonte più disponibile e meno inquinante di carbone e petrolio. Negli USA il prezzo del gas è crollato da 13 $ a 5 $ per MBtu.
Infine un'osservazione più ampia: in questi dibattiti si parla di roba vecchia, mentre noi siamo già nel futuro.

Continuare a parlare di "produzione elettrica nazionale" in una rete elettrica interconnessa che sarà sempre di meno "nazionale", non ha più senso.
Che energia è quella prodotta sul "suolo nazionale" da une centrale della tedesca E.On, e venduta attraverso un broker inglese all'Austria? E' forse "energia italiana"? Oramai, e da domani sempre di più, in una rete elettrica multinazionale, dove operano produttori e broker multinazionali, non ha più senso guardare a dove sta fisicamente una centrale, entro quali confini. I confini nazionali non sono e non saranno più i confini elettrici.
Si stanno attivando connessioni internazionali verso i Balcani e il Nord Africa. Domani avremo l'eolico dall'Albania e magari il solare termodinamico del Sahara. L'elettricità si compra e vende ovunque, dove conviene, senza più vincoli nazionali.
Invece, bisogna operare sui "consumi elettrici nazionali" e operare per ridurli e migliorare l'efficienza energetica nel nostro paese.
Le chiacchiere in studio da Santoro sono roba vecchia.

Pier Luigi Adami