Progetto “Centralità Romanina”: i cittadini non ci stanno.

Data di pubblicazione: 
Thursday 24 May 2012
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 di Enrico Del Vescovo, presidente di ITALIA NOSTRA Castelli Romani.

E’ già noto da tempo come la crescita urbanistica di Roma è destinata a stringere i Castelli Romani  in una morsa irrefrenabile ed i primi a farne la spese, chiaramente, sono i comuni limitrofi di Frascati, Grottaferrata e Marino, con conseguenze devastanti per il territorio e la qualità della vita dei cittadini, con effetti che, del resto, sono ormai già abbastanza manifesti ed, in prospettiva, saranno sempre più gravi. Nei prossimi anni si prevedono enormi colate di cemento pari a svariati milioni di metri cubi, tali da perfezionare la saldatura mortale tra Roma ed i comuni limitrofi citati.

Ma mentre i cittadini dei Castelli Romani sembrano continuare a fare sonni più o meno tranquilli, ben lo sanno invece i cittadini del quartiere Romanina che si sono riuniti in massa lo scorso 29 marzo presso il Centro Anziani in Via Gregoraci. Come recita il comunicato della Comunità Territoriale del X Municipio, diffuso dal coordinatore Maurizio Battisti: “Dopo il pronunciamento del Consiglio Municipale che praticamente all’unanimità ha ribadito la ferma contrarietà al progetto presentato dall’assessore Corsini del comune di Roma – chiamato Centralità Romanina – la Comunità Territoriale chiama i cittadini a raccolta per scongiurare la distruzione cementificatrice di un altro pezzo del nostro territorio” ed  inoltre: “ i numeri parlano chiaro: due  milioni di metri cubi di cemento, 4000 case in palazzi da otto piani e tre torri da 64 metri. L’area pubblica ridotta dal 68% al 5% e 10700 nuovi residenti.

Cancellato il prolungamento della metropolitana, sostituito da un inadeguato e del tutto insufficiente metro leggera” . Ma il comunicato conclude in termini ancora più gravi: “se poi si considera che questa sciagurata densificazione fa parte di un progetto espansivo al di là del  raccordo anulare che prevede altri 4,5 milioni di metri cubi, per complessivi 40.000 nuovi abitanti, risulta ben chiaro come sia in gioco una compatta stratificazione cementificatrice del X Municipio fino ai Castelli Romani senza soluzione di continuità”.

Come sentenzia Fabio Depino, vice-coordinatore della comunità territoriale: “Si tratta di un gran bel regalo alla rendita fondiaria e speculativa”.  In effetti il progetto, elaborato dalla società Immobilfin che fa capo al costruttore Sergio Scarpellini, comporterebbe un aumento da 1.130.000 metri cubi, già previsti dal PRG attuale, a circa due milioni che insisteranno su un’area di quasi 93 ettari di proprietà dello stesso Scarpellini. Questi, come avrebbe ammesso lui stesso alla puntata del programma tv Report del 3 Maggio 2008, avrebbe acquistato l’area anni prima ad un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello corrente di mercato.

L’area in questione, nel PRG del 1965, era destinata a servizi pubblici ma, con il cambio di destinazione operato dalla precedente amministrazione Veltroni, e con la recente proposta  della giunta Alemanno, vede ridursi drasticamente la parte pubblica. Nel progetto, infatti, non c’è solo un aumento spropositato delle cubature, ma anche una variazione radicale della sua ripartizione, nel senso che dal 66% di pubblico e dal 33 % di privato, previsti dall’attuale PRG, si passa al 30% di pubblico e 70% di privato, con un autentico rovesciamento della proporzione a  favore della parte privata.

Ma, al contempo, osserva la Comunità Territoriale, gli interventi in infrastrutture, trasporti e servizi, utili a sottolineare la “centralità” di Romanina ed a tutelare la qualità della vita, appaiono piuttosto vaghi ed aleatori. A parte  la realizzazione di Fonopoli, la città della musica, appare insufficiente la realizzazione della metropolitana leggera, in pratica un tram, che dovrebbe prolungare con rottura di carico la metro A fino a Tor Vergata. L’assessore Corsini afferma che l’operazione porterà risorse per 400 milioni di euro a fronte di un investimento privato di 2 miliardi e mezzo.

Ma il punto è che, sottolineano quelli della Comunità Territoriale, la realizzazione della metro leggera costerà ben di più, ossia circa 450 milioni, senza contare tutte le altre necessarie opere infrastrutturali, mentre il contributo di Scarpellini alla costruzione della metropolitana leggera ammonterebbe solo a 50 milioni (quasi 1/10 del costo). Dunque, considerando tutti gli altri lavori di urbanizzazione primaria, compresi un paio di svincoli, l’operazione avrà un pesante costo che non potrà che gravare inevitabilmente sull’intera collettività.

Ma il progetto “Centralità Romanina” in realtà non è che la punta dell’iceberg. In tutto lo spazio tra Roma ed i centri di Frascati, Grottaferrata e Marino, sono numerose le aree che attendono enormi colate di cemento. Purtroppo anche la politica urbanistica dei comuni citati sembra favorire in toto la saldatura micidiale con l’agglomerato di Roma. A Frascati, in località Grotte Portella, non lontano dalla Banca d’Italia, si prevedono più di 500 mila metri cubi per un insediamento di circa 2000 persone. Il Piano di Zona Anagnina 1 (vicino all’IKEA ) prevede altri 300.000 metri cubi, su terreni di superficie pari a più di 20 ettari, ceduti a Roma dal comune di Frascati e venduti  direttamente a 22 cooperative di cui, una, si vocifera, persino in odore di mafia.

Ancora:  a beneficio della cooperativa Astra Otto su terreni  presso Cinecittà, adiacenti l’American Express, si prevedono altre centinaia di migliaia di metri cubi per altre migliaia di nuovi abitanti. Per fortuna in questi ultimi due casi i terreni sono sotto sequestro per intervento della magistratura, ma per quanto tempo ancora? Gravissima anche la situazione per Marino dove il comune ha previsto 1.350.000 metri cubi sulle pregiate aree agricole ed archeologiche  situate dal Divino Amore      (Frattocchie) a Mugilla ( S. Maria delle Mole). Stavolta i cittadini si sono organizzati ed hanno presentato ricorso, prima al TAR, il 17 dicembre scorso, ed, in seguito, anche al Presidente della Repubblica. Purtroppo si potrebbe continuare così ancora a lungo. Eppure gli analisti prevedono una stagnazione del mercato immobiliare nei prossimi anni. Da dove proviene dunque questa fame di cemento? Quali appetiti dovrà soddisfare? Risponde ad un bisogno reale o solo ad una mera convenienza di investimento ?
Come ebbe a dire il poeta Andrea Zanzotto: «Dopo i campi di sterminio, stiamo assistendo allo sterminio dei campi».  Ma il territorio è un bene irriproducibile e sacrificarlo facilmente per il profitto di oggi significa  compromettere il futuro di vita delle prossime generazioni.

Per documenti ed immagini www.cdqtordimezzavia.it .