OCSE: Italia, retribuzioni da fame in confronto agli altri paesi europei

Data di pubblicazione: 
Monday 07 May 2012

Italia fanalino di coda tra i paesi Ocse nella classifica degli stipendi e in top ten per la tassazione sul lavoro (cuneo fiscale al 47,6%), mentre l'ISTAT lancia l'allarme pensioni sotto i mille euro (45,5%). Barbara Weisz 

Ocse, in Italia stipendi bassi e tasse fra le più alte del mondo Stipendi bassi e troppo tassati: si potrebbe riassumere così la situazione italiana secondo il report dell’Ocse “Taxing Wages“. Il salario medio italiano è fra i più bassi fra i paesi analizzati, mentre nella classifica della tassazione sul lavoro siamo decisamente nella top ten.

Dati che fanno il paio con quelli della fotografia ISTAT, che vede i prezzi correre ben più dei salari, e su quelli che rivelano che quasi la metà dei pensionati italiani riceve un assegno inferiore ai mille euro (il 45,5% dei pensionati nel 2010).

Lo stipendio medio in Italia e nel mondo
Il salario medio italiano di un single senza figli è pari a 25mila160 dollari netti, contro i 27mila 111 dollari della media Ocse e i 25mila 990 della media europea. L’Italia è al 23esimo posto nella classifica dello stipendio medio dei 34 paesi Ocse. Dietro di noi, la Grecia, intono ai 17mila dollari, il Portogallo, intorno a 21mila, e diversi paesi dell’est Europa (alcuni, come Estonia, Ungheria e Repubblica Slovacca sono sotto i 15mila dollari).

Sopra i 30mila Svezia, Irlanda, Germania, Finlandia, Danimarca, Austria e Australia. La Spagna è intorno ai 27mila dollari, la Francia poco sopra i 29mila. Come si vede, l’Italia è fanalino di coda d’Europa. Il paese in cui gli stipendi sono più alti è la Svizzera, dove il netto supera i 43mila dollari. Sopra quota 35mila dollari (sempre netti) anche Usa, Gran Bretagna, Norvegia, Olanda, Corea, Lussemburgo e Giappone.

 
Le tasse sul lavoro
E veniamo al peso delle tasse sul lavoro. Qui, come detto il posizionamento italiano in classifica cambia parecchio: siamo al sesto posto fra i 34 paesi Ocse, con una tassazione media sul lavoro che sfiora il 50% (calcolando tasse e contributi). Per la precisione, il cuneo fiscale italiano è al 47,6%.

Il salario lordo medio è pari a 36mila 361 dollari, quindi tasse e contributi si “mangiano” 10mila dollari l’anno (il netto è di circa 25mila dollari) in busta paga. Tasse sul lavoro più alte di quelle italiane sono solo quelle in Belgio (unico paese sopra il 50%), Germania, Ungheria, Francia e Austria.

Il costo del lavoro complessivo, inclusi i contributi sociali pagati dal datore di lavoro, ammonta a 48mila 025 dollari, al sedicesimo posto nell’Ocse.  Il report Ocse sottolinea dunque che siamo fra i paesi europei con la più alta tassazione sul lavoro.

I più tartassati sono i single, quale che sia il relativo stipendio sono i più tartassati:

•Un single con alto stipendio si porta a casa il 53% in meno rispetto al costo totale del lavoro.
•Un single con stipendio medio, paga in tasse il 47,6%.
•Un single che guadagna meno della media (il calcolo è fatto su un salario pari al 67% di quello medio), paga in tasse e contributi il 44,5%.
L’unico caso, infine, in cui i single pagano meno tasse è quello in cui siano anche genitori: un single con due figli a carico e uno stipendio sotto la media (magari, un part-time), paga il 29% in tasse.

Seguono le coppie con almeno due figli in cui entrambi lavorano: il cuneo fiscale, se uno dei due ha uno stipendio medio e l’altro un salario più basso della media, è al 43,1%. Quando invece lavora solo uno dei due genitori, e ha uno stipendio nella media, le tasse si mangiano il 38,6%.

Le pensioni
E non è che i pensionati in Italia stiano molto meglio: sono  sono 7,6 milioni, il 45,4% del totale, coloro che hanno ricevuto assegni pensionistici per un totale mensile inferiore a 1.000 euro. Di questi, quasi 2,4 milioni sono addirittura sotto i 500 euro.

Il rapporto ISTAT spiega che nel 2010 sono state erogate prestazioni pensionistiche per 23,8 milioni, con un importo medio per prestazione pari a 10.877 euro. La spesa complessiva è stata di 258,5 miliardi di euro, l’1,9% in più rispetto all’anno precedente ma è calato l‘impatto sul PIL (16,64% dal 16,69% del 2009).