Scandalo rifiuti in Campania: la denuncia del prof. Franco Ortolani

Data di pubblicazione: 
Monday 25 August 2008
Tags: 

Foto di una discaricadel prof. Franco Ortolani, ordinario di Geologia Università Federico II (NA)

I poteri speciali non conferiscono l’infallibilità e l’impunibilità. Pochi quotidiani hanno reso noto che il 13 agosto c.a. nella discarica di S. Arcangelo Trimonte (BN) è iniziato un dissesto che si sta progressivamente aggravando. Tale evento è di importanza eccezionale dal momento che in Campania, attualmente, e dopo 14 anni di presenza diretta dello Stato per risolvere l’emergenza rifiuti, vi sono due sole discariche attive: quella di Savignano Irpino (AV) e quella di Sant’ Arcangelo Trimonte, ubicate nelle due provincie che producono meno rifiuti e che più differenziano.

La discarica di S. Arcangelo Trimonte ha una importanza strategica per la Campania: deve essere ben chiaro che se non saranno pronte le vasche più capienti (che sono interessate dal dissesto) tra qualche mese sarà di nuovo emergenza regionale.
Eppure il territorio è militarizzato, i poteri speciali per il Commissario di Governo sono stati ampliati con il DL n. 90/08 che ha individuato 10 discariche. I cittadini di S. Arcangelo Trimonte non stanno assediando militarmente la discarica in costruzione e non ostacolano i lavori: si limitano a dire la verità, da mesi, circa l’ instabilità geologica di località Nocecchia. Ma allora perché incombe una nuova “Spada di Damocle” sui cittadini campani proprio per il prossimo periodo delle feste di fine anno, come accadde lo scorso anno?

Perché il Commissario di Governo invece di chiudere l’emergenza, come si dice e come deve, sta seminando le premesse per nuove situazioni di crisi? Dal 13 agosto c.a. l’ambiente del Commissariato di Governo è in grande agitazione semplicemente perchè i poteri speciali non hanno conferito l’infallibilità a chi ha scelto il sito in cui realizzare la discarica senza avere una preventiva conoscenza geologica dell’area, a chi ha ossequiosamente progettato l’impianto, a chi sta dirigendo ed
eseguendo i lavori. Improvvisamente i tecnici si sono accorti che più della legge e del servilismo può la natura! E ora che fare?

Ammettere gli errori, cacciare gli incapaci, fare pagare i danni a chi ha sbagliato? Oppure è meglio fare finta di niente, fare quadrato difendendo “la casta” ostentando una non credibile preparazione
tecnica, aumentare i costi dell’opera proponendo non previsti consolidamenti, inutili sui tempi medio-lunghi? Naturalmente è quest’ ultima linea che si porta avanti, in un innaturale silenzio stampa,
contro ogni logica tecnica, contro il buon senso e anche contro le leggi vigenti perché il DL 90 non ha autorizzato il Commissario di Governo a sperperare i soldi pubblici facendo ingrassare gli “amici”
(progettisti, direttori di lavori e imprese varie) e ad incrementare i pericoli ambientali in un’area ancora incontaminata come il Sannio.

Si tenga ben presente che la discarica di S. Arcangelo Trimonte è stata individuata in maniera scorretta (ed è poco) già dal Governo Prodi sotto il commissariato di Bertolaso. La discarica è ubicata in parte su
un altopiano argilloso stabile (Lotto 1 praticamente già esaurito) e in gran parte lungo un versante instabile interessato da palesi fenomeni franosi (Lotto 2) come ripetutamente evidenziato dal Comitato dei cittadini di Sant’arcangelo.

Il versante in oggetto era stato inserito tra le aree di possibile ampliamento dei fenomeni franosi già presenti, con possibilità di innesco di nuovi fenomeni franosi nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico dell’Autorità di Bacino Nazionale del Liri, Garigliano, Volturno. Solo il Lotto 1 aveva ottenuto una valutazione d’ impatto ambientale favorevole da parte della Commissione VIA regionale;
il Lotto 2 non è stato approvato, per la evidente instabilità dell’ area, con la prescrizione che il progetto del Commissario di Governo doveva essere sottoposto, per la preventiva approvazione tecnica, alla
competente Autorità di Bacino che avrebbe dovuto valutare se esso fosse compatibile con la instabilità dell’area.

E’ da accertare se il Commissario di Governo ha seguito il parere VIA. In primavera lo scrivente, a più riprese, aveva proposto di spostare l’ubicazione del lotto 2 sull’altopiano stabile in continuità con il lotto 1 in modo da garantire la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini; tale variazione poteva essere effettuata con il DL n. 90 (emanato il 23 maggio 08) che era in preparazione. Dimostrando mancanza di trasparenza e palese ottusità, i redattori del DL 90 (maggioranza di centro destra) hanno confermato l’ubicazione della discarica nello stesso sito non idoneo previsto dalla legge 87/07 (maggioranza di centro sinistra).

Il dissesto che ha iniziato ad interessare la discarica di S. Arcangelo Trimonte richiederà variazioni al progetto rivelatosi non adeguato e sicuramente costosi interventi di consolidamento e messa in sicurezza “di facciata” dell’impianto. Tutto a carico dei contribuenti con il probabile rischio di fare precipitare la Campania in una nuova emergenza. L’abuso dei poteri speciali sta aggravando i danni
ambientali e socio-economici della Campania e ha “dato alla testa” a molti personaggi che continuano a scegliere i siti in cui realizzare le discariche e a progettare impianti (sempre da parte della stessa
società d’ingegneria chiamata dal nord) senza una preventiva e adeguata conoscenza delle caratteristiche geologiche e geotecniche come accaduto per Sant’Arcangelo Trimonte e Chiaiano.

Si ricorda che anche quest’ ultima discarica è stata individuata senza alcuna indagine preventiva e
che le pareti della cava del Poligono sono instabili; il progetto di discarica, come è stato dimostrato, si basa su dati sbagliati in relazione al pericolo di frana. Mentre a S. Arcangelo Trimonte i fenomeni franosi sono lenti in quanto si verificano in rocce argillose, i dissesti che si potrebbero verificare a Chiaiano sarebbero molto rapidi e potrebbero mettere in pericolo l’incolumità dei lavoratori.
Come si evince, non si sa se le discariche potranno essere attivate in sicurezza; si capisce, però, che la riduzione e differenziazione dei rifiuti nella provincia di Napoli rimarrà una chimera.

Non si possono attribuire poteri speciali a personaggi che non sono in grado di agire rapidamente e con grande professionalità e trasparenza e che hanno dimostrato di non avere le capacità necessarie per garantire i risultati più efficaci gravando al minimo sui contribuenti.

22 agosto 2008                                                                                                                  
Prof. Franco Ortolani

Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II