Servizi pubblici

Data di pubblicazione: 
Monday 23 June 2008
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Servizi pubblicidi Adriano Silvagni

Si prega di non fare le notizie al di fuori del vaso. Non sono mai stato in una redazione di un telegiornale, ma vedendo le edizioni delle ultime settimane, all’entrata un cartello del genere non ci starebbe affatto male. Con buona pace di chi è ancora convinto di fare servizio pubblico (uno su tutti, il solito Riotta). Dato che ci sono gli europei, ai tg non è parso vero di poter parlare sempre di calcio (c'hanno aperto addirittura l'edizione serale) per evitare di affrontare in dettaglio i problemi seri. Basta vedere quello che è successo prima della partita con la Francia:" siamo appesi ad un filo, ci appelliamo all’onestà della nazionale olandese, Van Basten queste cose non le fa, speriamo che non ci sia il "biscotto", e metà telegiornale se ne va...

chiudendo con un bellissimo servizio, molto interessante fatto da uno che ha aperto lo Zingarelli e ci ha elencato tutti i significati possibili di biscotto. Complimenti!

Ad ogni modo pare che il piagnisteo abbia dato i suoi frutti: l’Italia è passata ai quarti e si prepara ad affrontare la Spagna domenica prossima. Nonostante questo sia ormai assodato, i tg, rimasti orfani del biscotto, non fanno altro che montare l’ansia per questo “match” tra svariate ciance in cui si parla di bestie nere, giocatori che vanno nei night, vinciamo noi, no vinciamo noi, insomma quel che basta per giustificare lo stipendio degli inviati austro-svizzeri e dei professionisti dei discorsi fini a sé stessi, chiamati, senza eufemismi, seghe mentali.

In qualche modo bisogna pur riempirlo il buco nei tg lasciato dalla maturità, visto che ormai le prove scritte sono andate. Ogni anno è sempre la solita manfrina: mentre gli studenti affrontano gli esami di stato con lo stesso spirito con cui si va dal dentista a farsi curare le carie, i mezzi di informazione dedicano ampio spazio a questa prova, descritta con toni da tragedia greca, la dieta giusta, i consigli per non farsi prendere dall’ansia, ci sono addirittura gli inviati alle uscite dalle scuole che placcano gli studenti all’uscita per chiedergli come è andata, che traccia hai scelto, domani però c’è la prova più dura, come se poi gli interessasse veramente qualcosa delle risposte degli studenti.

Finita la rassegna delle principali notizie, dedichiamoci a quelle che vengono annunciate nel poco tempo rimanente a disposizione. La Lega comincia a scalpitare: alla Camera sul tema dei rifiuti ha votato per due volte insieme all’opposizione mandando il governo in minoranza. Tutti a rassicurarci, però, che va tutto bene, la maggioranza gode di buona salute e la stabilità non è in discussione. Divergenze interne.

Cosa volete che sia? Finchè c’è da mangiare si tengono insieme maggioranze anche più labili (Governo Prodi docet). Sono poi le stesse divergenze (sempre con la Lega) che sono state superate allorché si parlava di prestare soldi al comune di Roma che si è scoperto essere un po’ indebitato (qualcosa come 10 miliardi di euro, però la colpa è sempre di qualcun altro).

Scoop dell’ultima ora: mentre a La Russa non par vero di poter giocare con i soldatini per mandarli nelle città a far non si sa bene cosa, mentre i vigili urbani diventano sceriffi, nella rassegnazione più totale, l’opposizione è uscita per un momento dall’ombra in cui si era rifugiata atterrita ed ha annunciato lotta dura alle leggi ad personam: sulla sospensione dei processi (di Berlusconi, oltre a tanti altri, ma chi se importa), la Schifani bis (immunità per Berlusconi) e ad alcuni aspetti della legge sulle (contro) le intercettazioni.

Un passetto per volta. Il tutto tra i pianti greci dei sostenitori del dialogo (politici e giornalisti) e  dell’abbandono dell’antiberlusconismo, per le riforme di cui questo paese ha bisogno, perché la privacy dei cittadini è in pericolo, si fanno troppe intercettazioni… insomma la solita solfa. Sono anni che va avanti questa manfrina delle riforme, che tutti vogliono, ma non si fanno mai.

Quali sono poi queste benedette riforme nell’interesse del paese? Sono tutte quelle che fanno comodo al premier e, quindi, a tutti i cittadini? Che cosa intendono questi intellettuali della domenica per antiberlusconismo? Se uno si oppone a certi provvedimenti o al fatto che una persona che ha in mano una grossa fetta dell’informazione possa diventare capo del governo, tutto questo si chiama democrazia. Non c’è peggior sordo di chi vuol dialogare a tutti i costi.